minerva

Democrazia Sociale

Poco se mi considero,

molto se mi confronto!

PROGRAMMA

1 - SALVAGUARDIA DELLA NAZIONE. La Nazione, come tutte le idee, passando dal mito alla Storia, si concreta in un interesse che comprende e supera quello di tutti; la sua unità non si spezza mutando piano; il suo diritto non si perde scendendo di grado. La Nazione deve produrre la ricchezza necessaria alla sua esistenza ed alla sua crescita civile; a questa necessità tutti devono concorrere in rapporto alle proprie capacità poiché non vi può essere fortuna della "parte" senza prosperità del "tutto".

2 - LA FUNZIONE DELLO STATO. Lo Stato impersona la Nazione, nella continuità e nelle contingenze, come necessità di produzione e volontà di crescita civile; non è la somma, tanto meno la differenza, degli interessi dei singoli; ma la Forza che li compendia e l'Autorità che li giudica. Esso non può tenersi in disparte nel processo produttivo: non sostituisce, né costringe, ma stimola, vigila ed orienta l'iniziativa privata; rispetta la proprietà, condizione ed effetto del risparmio, ma la raccorda ai più vasti interessi della Collettività.

3 - IL TRAGUARDO DELLA DEMOCRAZIA SOCIALE. Se per Democrazia deve intendersi l'organizzazione del Popolo nello Stato, la facoltà del Popolo di esprimere i propri ordinamenti, le proprie gerarchie e di delegare le proprie scelte, questa idea di Democrazia non può dirsi compiuta. Il Popolo, dichiarato sovrano, è stato di nome investito di tutte le autorità, ma di fatto ha visto regredire, nel tempo, tale traguardo col venir meno della sua diretta partecipazione alla vita dello Stato. La concreta realizzazione di una "Democrazia Sociale" accosta il Popolo alla Nazione per poterlo immettere nello Stato con la dignità che Gli è dovuta; essa è il superamento ed il contemperamento dei ruoli del Capitale e del Lavoro nei processi produttivi. Ciò che in passato ha generato insuperabili antitesi di princìpi, di origini, di diritti, deve essere composto in una chiara disciplina di Compiti e di Doveri, guidati da civili Speranze.

4 - IL DIRITTO AL LAVORO. Il Lavoro deve trovare le ragioni per difendere il suo diritto non dentro di sé ma nella sua Funzione storica e nel carattere di Dovere nazionale.

5 - LA LEGITTIMITA' DEI LIBERI INTERESSI. Le competizioni degli interessi devono essere libere e libere le energie dell'intelletto, dei mezzi di Informazione, del Capitale, del Lavoro, sino a quando il contrasto non va ad offendere o a colpire la vita stessa della Nazione, la sicurezza dello Stato; in tal caso la Legge deve determinare il limite del Diritto e la Ragione di ciascuno, non in nome dell'arbitrio di una parte, ma in nome dell'interesse della Collettività, nel supremo interesse della Nazione.

6 - CULTURA E LAVORO. Nel corso delle passate stagioni politiche le forze del Lavoro sono state compresse sotto il peso e la logica della "civiltà della fabbrica, del tempio". I luoghi di lavoro non hanno prodotto Cultura ma asservimento. "Democrazia Sociale" si propone di svegliare le coscienze, nel mondo del Lavoro, per alzare la bandiera della Libertà dal bisogno, della Partecipazione responsabile alla produzione, della Compartecipazione agli utili, dei Valori etici in cui si rispecchia la vera Identità e la stessa Persona umana (come modello di ogni iniziativa), della pari Dignità uomo-donna, della Solidarietà con i meno dotati.

7 - POLITICA COME SERVIZIO. Nella varietà dei ruoli e nell'ottica di una Politica intesa come Servizio, si rende necessario risalire la china della qualità e non contrabbandare più la quantità con i Princìpi della Democrazia. Si deve realizzare il matrimonio tra Etica e Politica nella riproposizione di una qualità della stessa azione politica capace di disegnare e realizzare un nuovo Progetto di società, al passo con i tempi. Dal canto suo, la Politica, per tornare ad essere datrice di senso, deve affrontare una serie di difficili sfide con le quali misurare le capacità progettuali sia delle Forze di governo che di quelle dell'opposizione. Il domani non ammette defezioni: incombe e ci sovrasta ed a ciascuno è riservata la propria parte di impegno. La complessità dello sviluppo - in termini di fattori d'innovazione, flessibilità e coesione - richiede interventi, a livello di sistema, a squisita Responsabilità politica.

8 - L'ETICA E L'ECONOMIA. Anche l'Economia non può fare a meno di Valori e di un'Etica; semmai la discussione nuova da avviare riguarderà non tanto gli strumenti ma i fini: come la stessa Società intende vivere. La Storia moderna dell'affermazione delle Libertà e dei Diritti costituzionali non è separabile dalle condizioni materiali, dallo sviluppo di una Storia economica che, in un rapporto dialettico segnato da contraddizioni e drammi, è stata pur tuttavia lo sfondo senza il quale la Costituzione non sarebbe esistita. Uscire dalle razionalità dell'Economia -che si intrecciano nella Storia con la legittimazione dei Diritti e delle Libertà individuali e collettive- è preparare la fuoriuscita dalla Costituzione.

9 - ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI, INDUSTRIALI E SINDACALI. Le Associazioni professionali, industriali e sindacali, legalmente riconosciute, dovranno assicurare l'uguaglianza giuridica tra i Datori di lavoro e i Lavoratori, mantenendo la disciplina della Produzione e del Lavoro e promuovendone il perfezionamento.

10 - CONCLUSIONI. Le succinte indicazioni fornite vogliono solo mettere in evidenza alcune linee guida -di chiara connotazione innovativa dell'attuale orizzonte politico ispirate a Princìpi validi da sempre e per sempre. E' quanto basta a segnalare che una diversa voce si è levata a rompere il frastuono di assembramenti eterogenei od il silenzio dei poveri di idee e di coloro che praticano l'agnosticismo e l'apatia, quando non attentano all'unità della Nazione.


" AVEVAMO SOGNATO ALLA TESTA DEL PAESE UOMINI GENEROSI, SCEVRI DI AMBIZIONI PERSONALI, DISPOSTI A RITIRARSI E A RINUNCIARE APPENA SOSPETTASSERO CHE LA RINUNCIA FOSSE UTILE ALLA COLLETTIVITA'; CHE AVREBBERO TRASCORSO LA VITA IN POVERTA' AL SERVIZIO DEGLI ITALIANI; UOMINI LIBERI DA VINCOLI, INESORABILI COI COMPAGNI DI PARTITO SE QUESTI MANCASSERO E UN AMMINISTRAZIONE FORMATA DA UOMINI LABORIOSI, CHE SENTISSERO L'ORGOGLIO DI ESSERE I SERVITORI DELLA COLLETTIVITA'. "


ARTURO CARLO JEMOLO (Da un articolo della Resistenza)

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